Quattro domande a Gianni Bodini
In occasione dell’inaugurazione della mostra temporanea “Le vene d’acqua” Silvia Tumler ha incontrato il fotografo Gianni Bodini:
L’acqua si trova spesso nelle Sue fotografie. Da dove nasce la Sua passione per l’acqua?
Gianni Bodini: Certamente l’acqua gioca un ruolo centrale in tante mie fotografie. Un motivo è che l’acqua come elemento mi affascina perchè ha tanti colori, riflessi, giochi di luce e quindi stimola la creativitá. Il secondo motivo è dato dall’importanza, direi dalla necessitá dell’acqua come elemento per vivere e in questo caso le fotografie dedicate ai sistemi di irrigazione sparsi per il mondo hanno lo scopo di documentare le varie tecniche in uso in diversi paesi.
Com’è nata l’idea della mostra?
Eigentlich l’idea è di Johanna. Mi ha fatto la proposta e io ho accettato ben volentieri. Penso che in questo modo si possa motivare i visitatori della mostra a riflettere sull’uso che facciamo dell’acqua, sull’abilità dei nostri antenati nel costruire opere idrauliche che dopo secoli sono ancora in funzione e naturalmente sul rispetto nel confronti di questo elemento prezioso che diventa sempre più raro.
I Waale della Val Venosta e sistemi di irrigazione altrove – come si assomigliano?
I Waale della Vinschgau sono molto simili a tanti altri sistemi di irrigazione presenti nell’arco alpino o nel mondo, cambiano solo i nomi. E purtroppo anche in Vinschgau, come altrove, molti di questi canali sono stati sostituiti da più moderni sistemi, in certi casi anche più efficienti, ma così si rischia di cancellare una antica cultura. Questa piccola mostra può contribuire a “fermare” i ricordi e forse a sensibilizzare i responsabili a salvare il salvabile.
Quanti waale c’erano in Val Senales? Quale è il Suo preferito?
In Schnalstal c’erano fino a poche decine di anni fa una dozzina di Waale in attività. La maggior parte di essi sono andati perduti o si sono salvati solo per brevi tratti. Il Waal che preferisco, anche se per lunghi tratti è stato “ modernizzato” è il Klammwaal. Parte dalle pendici del Similaun e attraversa un paesaggio arcaico e affascinante sopra il Schröfwand e l’Atztboden per finire ai masi di Gfallhof e Gurschlhof. Una passeggiata impegnativa ma non troppo frequentata,che offre panorami splendidi.